RETI DI SICUREZZA ANTICADUTA – Un po’ di chiarezza
Ancora poco conosciute in Italia, le reti di sicurezza anticaduta meritano sicuramente più spazio e più attenzione. Queste sono dei dispositivi di protezione collettiva (DPC) destinati a proteggere più operatori (ma anche oggetti) contro le cadute dall’alto durante un lavoro in quota (“attività lavorativa che espone il lavoratore al rischio di caduta da una quota posta d un’altezza superiore a 2 m rispetto ad un piano stabile” – D.Lgs. 81/08 art.107).
Le reti di sicurezza trovano svariati impieghi, ad esempio nei lavori di costruzione, manutenzione, bonifica, smaltimento, impermeabilizzazione, ristrutturazione di coperture, edifici, infrastrutture, capannoni industriali, ponti, tensostrutture, etc.
I vantaggi legati all’utilizzo delle reti di sicurezza anticaduta sono le ridotte sollecitazioni sviluppate sul corpo del lavoratore nel caso di caduta, la facilità di posa e di smontaggio e la capacità di permettere agli operatori di lavorare in quota senza particolari limiti nei movimenti.
Come sono fatte?
Le reti di sicurezza anticaduta sono fabbricate utilizzando fibre chimiche sintetiche, fibre chimiche artificiali, fibre naturali o fibre metalliche. Le fibre maggiormente utilizzate sono generalmente la poliammide e il polipropilene. Indipendentemente dalla tipologia delle fibre, le reti sono di solito costituite da una connessione di maglie sostenuta da una fune lungo i bordi, ancorata con idonei elementi agli elementi strutturali.
Come “funzionano”?
In caso di caduta della persona, la rete di sicurezza è in grado di assorbire l’energia sviluppata durante l’arresto della caduta e di garantire un “atterraggio morbido” per il lavoratore, al fine di evitare possibili danni e lesioni sul corpo.
Le reti di sicurezza anticaduta devono essere in grado di rispettare diversi requisiti, tra i quali:
Come si scelgono?
La scelta di una corretta rete anticaduta dipende da diversi fattori tra cui:
La scelta dipende inoltre dalla tipologia di attività che si dovrà eseguire nel sito (come ad esempio: costruzione, demolizione, manutenzione, etc.).
A quali normative fare riferimento?
Le reti anticaduta non possono essere marcate CE in quanto al momento non esiste una direttiva di prodotto specifica. Per la loro realizzazione si può però fare riferimento alla norma UNI EN 1263-1 (Attrezzature provvisionali di lavoro – Reti di sicurezza – Parte 1: Requisiti di sicurezza, metodi di prova). Questa distingue le reti secondo:
La Classe identifica la dimensione massima della maglia (IM) e l’energia che agisce sulla rete (E).
Classe | IM [mm] | E [kJ] | |
Classe A1 | 60 | EA | 2,3 |
Classe A2 | 100 | ||
Classe B1 | 60 | EB | 4,4 |
Classe B2 | 100 |
Il Sistema identifica invece la tipologia del supporto della rete e la diversa modalità di impiego. Le reti di sicurezza sono divise in quattro sistemi, due per l’impiego orizzontale (sistema S e sistema T), due per l’impiego verticale (sistema U e V).
Marcatura
Nel caso in cui la rete di sicurezza fosse conforme alla norma UNI EN 1263-1, la marcatura dovrà riportare le seguenti informazioni:
Esempio: Rete di Sicurezza UNI EN 1263-1:2015 T A2 Q90 10×20 M |
Denominazione |
Norma di riferimento |
Sistema |
Classe |
Tipologia e dimensioni maglia [mm] |
Dimensioni rete [m] |
Modalità di controllo della produzione |